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IL REATO DI MALTRATTAMENTI A CONVIVENZA CONCLUSA

Sussiste il reato di maltrattamenti in famiglia anche a convivenza conclusa.

Con l’espressione maltrattamenti contro familiari o conviventi la legge si riferisce ad ogni forma di violenza fisica, verbale e psicologica perpetrata sistematicamente e con consapevolezza nei confronti di familiari o conviventi. Il codice penale richiede, affinchè si configuri il reato in questione, che il soggetto agente ponga in essere plurimi comportamenti vessatori che siano lesivi dell’integrità fisica e psicologica della vittima.

Ma cosa succede se vittima e carnefice non abitano più insieme? Il reato in questione si configura ugualmente?

Apparentemente in tale diversa situazione si potrebbe pensare di trovarsi davanti al diverso reato di atti persecutori (nella prassi definito stalking). Questo consiste nella reiterazione di molestie e minacce nei confronti della vittima tali da incuterle un perdurante stato di ansia e paura per sé o per i propri familiari. Sul punto la giurisprudenza più recente (Cass. ord. n. 30129/2021 del 02.08.2021), ha stabilito che qualora la persona offesa continui ad avere rapporti di affetto e solidarietà con il responsabile delle vessazioni, si configurerà sempre il reato di maltrattamenti, anche in presenza di un rapporto di convivenza di breve durata, purché sia sorta comunque una prospettiva di stabilità e reciproca solidarietà. Se, invece, una volta cessata la convivenza è venuto meno anche ogni tipo di rapporto tra le parti coinvolte, allora, sostengono gli Ermellini, si configura il diverso delitto di stalking il quale prescinde invece da una relazione interpersonale con la vittima.

Come difendersi

E’ fondamentale la volontà della vittima di sporgere una formale denuncia alle autorità competenti, da sola o con l’ausilio di un avvocato. Il termine entro il quale proporla, a seguito della Legge 69/2019 (cosiddetto codice rosso) è di mesi 12. Per tale reato la persona offesa potrà altresì usufruire del gratuito patrocinio a prescindere dal proprio reddito.

Nei casi di violenza sui minori o nei casi di particolare gravità, il reato è, se riscontrato da pubblici ufficiali o da incaricati di pubblico servizio, perseguibile d’ufficio. Tipico esempio è il minore che si reca al pronto soccorso a seguito di percosse o lesioni causate da un genitore.

Pertanto, se a seguito di una relazione, ancorchè breve, sia ad esempio nato un figlio si configurerà sempre il reato di maltrattamenti in famiglia proprio per la stabilità dei rapporti che i due dovranno mantenere a seguito della nascita.


Avv. Guglielmo Mossuto

by Avv. Guglielmo Mossuto