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GUIDA IN STATO DI EBREZZA: PATTEGGIAMENTO O LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’?

Avvocato Guglielmo Mossuto • gen 21, 2022

Mettersi alla guida dopo aver bevuto è una condotta vietata e, in taluni casi, costituisce perfino reato; superata una certa soglia di tasso alcolemico, infatti, scatta la contravvenzione punita con l’arresto e l’ammenda.

Ci sono due possibili modi per difendersi: patteggiamento e lavori di pubblica utilità. Vediamoli nel dettaglio.


Il patteggiamento consente all’imputato di giungere a una definizione immediata del giudizio mediante un accordo stipulato tra imputato e pubblico ministero con il quale viene concordata la pena finale. Quali sono i vantaggi del patteggiamento? Innanzitutto, comporta una riduzione della pena fino a un terzo. Nel caso di patteggiamento a pena non superiore ai due anni (cosiddetto patteggiamento ristretto), l’imputato non sarà condannato né a pene accessorie (come ad esempio l’interdizione dai pubblici uffici), né a misure di sicurezza, né al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se l’imputato si asterrà, nei due anni successivi alla sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, qualora sia stato condannato per una contravvenzione, o nei cinque anni successivi, se trattasi di delitto, dal commettere ulteriori reati della stessa indole, il reato per cui è stato condannato ed ogni altro effetto penale si riterrà definitivamente estinto. La scelta di tale rito, nel caso di guida in stato di ebbrezza converrà ogni volta che la responsabilità penale sia talmente evidente da non consentire di sperare in un’assoluzione come nel caso di chi sia colto dalla polizia stradale dopo aver bevuto molto e sia stato sottoposto all’alcoltest.


Il lavoro di pubblica utilità consiste invece nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività. Secondo la legge, al di fuori dell’ipotesi in cui il guidatore ebbro abbia provocato un incidente, la pena può essere sostituita, se non vi è opposizione da parte dell’imputato, con quella del lavoro di pubblica utilità il quale deve avere una durata corrispondente a quella della sanzione detentiva irrogata e della conversione della pena pecuniaria ragguagliando 250 euro ad un giorno di lavoro di pubblica utilità. In caso di svolgimento positivo del lavoro di pubblica utilità, il giudice fissa una nuova udienza e dichiara estinto il reato, disponendo la riduzione alla metà della sanzione della sospensione della patente e revocando la confisca del veicolo sequestrato. Durante lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità, la sanzione accessoria della sospensione della patente viene sospesa. In questo modo, l’automobilista può svolgere le attività impostegli dal giudice utilizzando e guidando l’auto. All’esito della prova, la sanzione della sospensione della patente ritorna operativa, ma per un periodo pari alla metà di quello originariamente previsto dalla norma.

Nell’ipotesi in cui l’imputato abbia già beneficiato in passato dei lavori di pubblica utilità oppure, a causa della sua condotta, abbia causato un incidente, l’unica alternativa è il patteggiamento, in quanto i lavori sono preclusi a chi ne abbia già beneficiato oppure al guidatore ebbro che ha causato un sinistro.

Patteggiamento e lavori di pubblica utilità non sono necessariamente alternativi tra loro: in sede di patteggiamento, infatti, l’imputato può chiedere al giudice che la pena sia sostituita dal lavoro di pubblica utilità.

Infine sia nell’ipotesi di lavori di pubblica utilità che di patteggiamento, il colpevole non sarà tenuto a menzionare la condanna nel caso di autocertificazione e, in caso di richiesta del certificato penale da parte di privati (ad esempio il datore di lavoro), la condanna non comparirà.

Avv. Guglielmo Mossuto

by Avv. Guglielmo Mossuto