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Assegno divorzile: come sono cambiati i requisiti negli ultimi anni?

Dopo lo scioglimento del matrimonio il coniuge debole ha diritto all’assegno divorzile, che è a carico dell’altro ex coniuge. Molte volte sono le donne a ricevere questo assegno perché per ragioni culturali, per maternità o per altri motivi si trovavano a non lavorare durante il matrimonio.
Tuttavia nel corso degli anni, tra modifiche normative e interventi giurisprudenziali la situazione è cambiata molto. Difatti sentenze recenti hanno stabilito requisiti per la concessione dell’assegno divorzile sempre più stringenti.
Da un lato la giurisprudenza tiene conto del fatto che oggi sempre più donne lavorano e dall’altro lato sempre più coppie si separano e divorziano in giovane età, quando ancora le possibilità di trovare un lavoro sono alte e magari non sono nati nemmeno figli dalla relazione terminata.
Pronunce recenti della Corte di Cassazione hanno valutato anche altre situazioni in cui il coniuge non ha diritto all’assegno divorzile.
Un caso recente ha visto il rigetto della richiesta di un uomo di ottenere il mantenimento dalla ex moglie. I motivi per la richiesta erano che lui aveva trascurato la sua carriera per seguire quella della sua ex moglie e la loro famiglia. Siffatta situazione risulta comune a tante donne, che molto spesso per queste ragioni ottengono l’assegno.
Però nel caso di specie a lui veniva rigettato, ma è la sentenza a spiegare il perché. In particolare, i giudici negavano il diritto all’uomo che aveva chiesto l’assegno divorzile da disoccupato perché nel frattempo quest’ultimo aveva contratto un nuovo matrimonio.
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 33665/2022, ha affermato che “il mantenimento non si può escludere se l’ex coniuge si rifà una nuova vita e convive con qualcuno, ma risposarsi è motivo per cui l’istanza viene respinta”.
La legge sul divorzio n. 898/1970 all’articolo 5 della legge 898/1970, stabilisce infatti, che l’obbligo di corresponsione dell’assegno cessa se il coniuge, al quale deve essere corrisposto, passa a nuove nozze. Viceversa, se il coniuge che versa l’assegno si risposa sarà sempre obbligato a versare l’assegno all’ex.
Si ricorda che la Corte di Cassazione a Sezioni Unite con l’importante sentenza n. 18287/2018, ha precisato che l’assegno divorzile non ha più lo scopo di far mantenere lo stesso tenore di vita all’ex coniuge, ma ha un fine assistenziale-compensativo-perequativo, basato sui principi di pari dignità dei coniugi su cui è fondato il modello costituzionale del matrimonio.
In buona sostanza, il fine da tutelare è il matrimonio, anche se è sciolto, limitando la disparità economica tra i due ex coniugi, da verificare caso per caso.
Avv. Guglielmo Mossuto